Monte Argentario

DA NON PERDERE

Porto Ercole. Uno dei Borghi più Belli d’Italia.

Porto Santo Stefano. Centro più importante della zona e punto di partenza dei traghetti per l’isola del Giglio (v.) è anche capoluogo del comune di Monte Argentario.

Convento dei Padri Passionisti. Fondata da San Paolo della Croce (allora Paolo Danei), e inaugurata nel 1737 con il titolo di Ritiro della Presentazione di Maria Santissima al Tempio, fu la prima casa madre dei Padri Passionisti. Ancora occupato dall’ordine religioso, occupa una bella posizione con suggestivi scorci sulla laguna di Orbetello.

Spiagge. Tutto il litorale del Monte Argentario, da Santa Liberata a Porto Ercole, è un susseguirsi di scogliere e piccole spiagge, accessibili dal mare o, in gran parte, dalla strada panoramica che avvolge l’intero promontorio, nonostante il gran numero di proprietà che ostacolano il passaggio a riva.

Bagni di Domiziano. Una spiaggia libera con fondali bassi adatta alle famiglie nei pressi dei resti della villa romana di Santa Liberata, antico porto (Domitiana Positio).

Pozzarello. Una stretta spiaggia di ciottoli, vicino a Porto Santo Stefano con una strada facilmente accessibile e uno stabilimento balneare.

La Bionda. Stretta spiaggia di ciottoli e sassi, si raggiunge a piedi da Porto Santo Stefano percorrendo tre gallerie della dismessa ferrovia, oppure in auto tramite la strada Panoramica che scende alla prima discesa a sinistra dopo il paese.

La Cantoniera. Vi si accede attraverso un tunnel ferroviario ormai dismesso, dove, tra il 1913 e il 1944, passò il treno che collegava Porto S.Stefano ad Orbetello, prima che la rete ferroviaria venisse distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. La spiaggia è parzialmente libera e dispone di uno stabilimento balneare con bar e ristorante, ed è di facile accesso anche per portatori di handicap.

La Cacciarella. Dalla Strada Panoramica parcheggiare al cancello di Villa Miragiglio e poi seguire il sentiero a destra a piedi per circa 500m. Sulla spiaggia si trova una grotta chiamata Grotta del Turco. La statua del Redentore si trova al largo a una profondità di 15 metri.

Cala Grande. L’accesso pedonale a Cala Grande si trova al Km 3 + 950 della Panoramica (SP 65) a Porto Santo Stefano. Dopo aver attraversato il ponte sul fosso di Caùto si segue il torrente fino alla spiaggia di Cauto e da qui si raggiungono le tre spiagge di Cala Grande.

Cala del Gesso. A Porto S. Stefano, superato il porto dei traghetti, svoltare a sinistra sulla Strada Panoramica per Via dei Pionieri; oltrepassare un cancello grigio con la scritta “Luiso et amore” e un altro cancello verde con la scritta “La Pineta”.Entrate nel cancello con il numero 5 e dopo 20-25 minuti a piedi, raggiungerete la cala. Dalla spiaggia si vede l’isolotto dell’Argentarola.

Cala Piccola. Una spiaggia rocciosa che si affaccia sullo Scoglio del Corallo, uno dei punti di immersione più belli dell’Argentario.

Mar Morto. Un tratto di costa rocciosa con piscine naturali, raggiungibile con un sentiero di circa 500 m. Il nome deriva dalle barriere rocciose che proteggono il tratto di mare, rendendo le sue acque molto tranquille.

Le Cannelle. Una spiaggia prevalentemente di ciottoli incastonata tra le scogliere, spesso sferzata dai venti, con fondali sia rocciosi che sabbiosi, con un’ampia varietà di flora e fauna marina.

Il Purgatorio (o Bocca d’Inferno). Spiaggia rocciosa in un’insenatura dal fondale basso, esposta al libeccio e allo scirocco. Raggiungibile a piedi con un percorso piuttosto impegnativo, soprattutto nella parte finale, di circa mezz’ora.

Spiaggia Lunga. Si raggiunge percorrendo la Strada Panoramica (SP 66) lato Porto Ercole, dopo poco più di 1,5 chilometri, e poi percorrendo un breve e ripido sentiero di 200 metri. La spiaggia è sabbiosa, riparata dai venti di nord-ovest, con fondali che digradano dolcemente verso il mare. La spiaggia è completamente libera e priva di servizi.

Attigua al Monte Argentario si trovano le spiagge della Feniglia e della Giannella, entrambe sabbiose e con fondali digradanti.

STORIA

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Il Monte Argentario è geologicamente una delle parti più antiche della Toscana. Popolata fin dal Paleolitico, quando, grazie al livello del mare molto più basso, era un imponente monte che domina una vasta pianura che raggiungeva le isole del Giglio e di Giannutri. Divenne isola con l’innalzamento del livello del mare in seguito alla fine delle glaciazioni e attraverso un lunghissimo processo, che forse terminò solo all’inizio di questa età storica, fu unita alla terraferma dai due tomboli della Feniglia e della Giannella, formati dal movimento delle correnti unito al corso del fiume Albegna. Di una presenza etrusca restano poche tracce, ma molte rilevanti di epoca romana, quando nacque Porto Ercole. Sul lato settentrionale del promontorio si trovavano due grandi ville marinare, Santa Liberata e i Muracci di Porto Santo Stefano (oggi frazione Valle). In questo periodo sappiamo che il monte, chiamato Promontorium Cosanum, era di proprietà dei Domizi Enobarbi, importante famiglia romana di origine plebea, che raggiunse un notevole potere tra la fine della repubblica e l’inizio dell’impero, assumendo il ruolo di Argentarii , o banchieri. Fu quindi probabilmente Nerone, esponente di questa famiglia, a rendere il territorio parte del tesoro imperiale. L’imperatore Traiano lo donò poi alla nipote Vibia Matidia, da cui l’allora nome Insula Matidiae. Il nome attuale, Monte Argentario, è citato per la prima volta da Rutilio Namaziano nel poema De Reditu Suo (416 d.C.), in cui descrive le coste del Tirreno nel suo viaggio da Roma verso i Galli per sfuggire alle invasioni barbariche. La tradizione vuole che fu infine donato da Carlo Magno all’Abbazia delle Tre Fontane nell’805 insieme al resto dell’Ager Cosanus (Orbetello, Ansedonia, Montauto, Stachilagi, Marsiliana) e all’isola del Giglio. Concesso in enfiteusi prima agli Aldobrandeschi e poi agli Orsini, entrò infine a far parte della Repubblica di Siena. Dopo la conquista di Firenze, Monte Argentario, insieme a Orbetello e Talamone, fu ceduto alla Spagna, in cambio del loro aiuto in guerra, e la zona divenne Stato dei Reali Presidi (1557). In questo periodo venne potenziato il sistema difensivo lungo tutto il perimetro costiero e vennero costruite numerose torri di avvistamento sui promontori che ne costellano le sponde. Fu solo all’inizio del 1600 che si formò il borgo di Porto Santo Stefano. Si trova nella parte occidentale del monte e originariamente compreso nel comune di Orbetello, divenuto autonomo solo nel 1842, quando fu nominato capoluogo della comunità del Monte Argentario, origine dell’attuale comune.

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