Val d’Orcia

DA NON PERDERE

Cetona. Originariamente città etrusca, Certona sorge alle pendici del monte omonimo che fin dall’età del bronzo è stata dimora di assidui frequentatori. La sua prima citazione scritta è piuttosto tarda, databile al 1207. Contestato da Orvieto e Siena, il paese fu venduto a questi ultimi dal signore di Perugia Braccio di Montone, che lo conquistò nel 1418. Si arrese alle truppe fiorentine e imperiali nel 1556. Poco dopo fu concesso in feudo da Cosimo I de’Medici alla famiglia Vitelli, che lo tennero fino al 1770. Seguì poi le sorti del Granducato di Toscana.
E’ presente un interessante Museo della Preistoria in Nilla, collegata al Parco Naturale Archeologico del Belverde, dove è possibile visitare una serie di grotte adibite a funzioni funerarie o di culto durante l’età del bronzo. Nel parco troverai anche un Archeodrome e un percorso didattico con modellini di case e oggetti usati nella preistoria dalle persone che hanno abitato questo territorio. C’è anche un’abitazione rupestre del Paleolitico medio e parte di un villaggio dell’età del bronzo.

Castiglione d’Orcia. Con una storia documentata che risale al 714, fu possedimento degli Aldobrandeschi prima di diventare comune autonomo nel 1252, poi per breve tempo parte della contea di Santa Fiora. Occupata dalla Repubblica di Siena, fu concessa a membri di importanti famiglie, come i Piccolomini ei Salimbeni. Entrato a far parte dello stato di Firenze dopo la guerra di Siena, fu concesso in feudo ai Riario dai Medici nel 1605. Molti credettero a lungo al pittore e scultore senese Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta ( 1410-1480) qui nacque. A lui è dedicata la piazza principale del paese.

San Quirico d’Orcia. Chiamato originariamente San Quirico in Osenna, chiaro toponimo di origine etrusca, fu sede di un vicario imperiale nel XII secolo. Entrata a far parte dello Stato Senese nel 1256, seguì le sorti dello Stato fino ad essere annessa al Granducato di Toscana.
Di grande interesse è la Chiesa Collegiata dedicata ai Santi Quirico e Giulitta, che risale all’VIII sec. secolo, ma fu ricostruita nel XII secolo. Assunse l’aspetto attuale alla fine del XIII secolo. Vi sono due incredibili portali, di cui uno romanico (1080) con architrave decorato da mostri combattenti sporgenti su colonne annodate poggianti su figure di leoni. Il secondo portale è in stile lombardo, risalente alla seconda metà del XIII secolo, con protiro sorretto da cariatidi poggianti su leoni e attribuito alla scuola di Giovanni Pisano. All’interno un trittico di Sano di Pietro e un prezioso coro ligneo del XV secolo.

Radicofani. Adagiato su un rilievo che un tempo era un antico vulcano, il paese fu abitato per la prima volta nell’età del bronzo. La prima menzione scritta risale al 973, quando era possedimento dell’Abbazia di S. Salvatore sul Monte Amiata. Fu poi conteso da numerose famiglie feudali e governato dal famoso Ghino di Tacco a cavallo tra XII e XIII secolo. Divenne comune autonomo conteso tra l’Abbazia e la Chiesa, finché fu occupato dalle truppe di Ladislao di Napoli e venduto alla Repubblica di Siena. Assediata invano dai Fiorentini durante la Guerra di Siena, si arrese solo dopo la caduta di Montalcino, ultimo baluardo senese, nel 1559.
Pienza. L’antica Corsignano, trasformata nella perfetta città rinascimentale da papa Pio II (vedi scheda).

Montalcino. Ultima parte della Repubblica di Siena a cadere nelle mani di Firenze, è la patria del Brunello, uno dei vini più prestigiosi d’Italia.

STORIA

Il fiume Orcia scorre dalle pendici del Monte Cetona, costeggia il versante settentrionale del Monte Amiata e diventa il principale affluente del fiume Ombrone, nei pressi del Monte Antico (Civitella – Paganico). La sua valle, situata al confine tra le province di Siena e Grosseto, comprende i comuni di Cetona, Radicofani, Sarteano, Pienza, San Quirico d’Orcia, Castiglione d’Orcia e Montalcino in provincia di Siena, e Castel Del Piano e Cinigiano in provincia di Grosseto. Fatta eccezione per Sarteano e Castel del Piano, tutti gli altri comuni fanno parte del Parco Naturale e Culturale d’Arte della Val d’Orcia, Patrimonio dell’UNESCO dal 2004 per il suo paesaggio caratteristico e incontaminato e per gli esempi ben conservati dell’arte rinascimentale senese.
Intensamente abitata fin dalla preistoria, fiorì nel medioevo grazie alla Via Francigena, principale arteria di comunicazione tra l’Europa centro-occidentale, che collegava la valle con, in particolare, Francia e Roma e proseguiva verso la Puglia, dove partirono le barche per la Terra Santa. La strada fu quindi percorsa da un gran numero di pellegrini provenienti da ogni angolo d’Europa.

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